Lampredotto? Mai dire mai, con Fishing Lab

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Sono dieci anni che vivo a Firenze, ormai è la mia seconda casa, e da dieci anni, ogni volta che conosco un fiorentino e si parla di tradizioni culinarie, si finisce per lodare uno dei veri e propri must: il lampredotto.

Da buon napoletano, ogni volta che vengo invitato a mangiarlo in compagnia, cerco sempre di svignarmela, proponendo un’alternativa; una pizza ad esempio, che mi faccia sentire meno la nostalgia di casa. Poi Giulio, il mio migliore amico, mi ha chiesto di accompagnarlo per una pausa pranzo veloce, a base proprio di un lampredotto molto particolare.

Da qualche giorno è arrivata l’estate, c’è chi va al mare, chi preferisce la montagna e chi invece, come me, è ancora, costretto a rimanere in città. Che fare se non approfittare dell’occasione per scegliere un buon piatto anche per una semplice pausa dal lavoro? E’ un modo come un altro per distrarsi dai primi caldi dell’estate.

Giulio continua a dire di aver trovato il lampredotto adatto a me, ma non mi svela il nome del posto dove ha deciso che io debba avere questo incontro “ravvicinato”.

Arriviamo in via del Proconsolo, in centro a Firenze e leggo Fishing Lab. Lui mi indica con un dito l’ingresso; è questo il posto che avrà l’arduo compito di farmi cambiare idea: un museo con un’atmosfera unica e con dei piatti capaci di rispettare la tradizione, ma innovativi.

La cosa che più mi sorprende è proprio il nome: qua si parla di pesce!

Lampredotto di mare, si, avete capito bene, qui il lampredotto è fresco e leggero perché è fatto con polpo e salsa verde e, dulcis in fundo, viene servito con anelli di cipolla dorati, una vera bontà.

Lo assaggio e ne rimango estasiato: se la prima volta con il lampredotto non si dimentica mai, direi che io senz’altro non dimenticherò nemmeno la mia prima volta da Fishing Lab.

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