Il Ferragosto? Non ad ogni costo
“Signorina, signorina Lorenza…”
“Buongiorno, Signor Cosimo. Mi dica.”
Era la fine degli anni ottanta e, quasi ogni mattina per tutto il mese d’agosto appena chiuso il portoncino dell’appartamento in Piazza D’Azeglio (terzo piano con ascensore sempre fuori servizio), il tenerissimo signore mio dirimpettaio mi bloccava, sul pianerottolo.
Ricordo ancora, chissà perché, le belle piastrelle di graniglia rosso fegato, un po’ sconnesse. Mentre, con l’aria di chi sa di dare un po’ fastidio, il Signor Cosimo mi porgeva un “pezzino” con una mini lista della spesa o una ricetta spiegazzata, condividevo il suo imbarazzo seguendo sul pavimento le fughe delle piastrelle tirate a lucido. A volte erano “le pasticchine per la pressione”, altre “i semini per Giacomo, il merlo parlante che spesso sentivo intonare “o mio babbino caro”…
Quasi ogni giorno il Signor Cosimo aveva qualche richiesta. Ricordo che talvolta – avevo poco più di vent’anni – ero un po’ infastidita da queste “commissioncine”, come le definiva lui.
Ma come avrei potuto non aiutarlo? Erano gli anni in cui, ad agosto, Firenze… chiudeva per ferie.
Ricordo le locandine appese nei pochi negozi aperti. Riportavano l’elenco dei negozi, delle farmacie, dei ristoranti non chiusi per ferie. “Noi ci siamo” mi pare ci fosse scritto. E io lì davanti. A sottolineare con l’indice destro i negozi che avrei potuto trovare aperti lungo il tragitto verso lo studio che avevo aperto da poco.
Appena diplomata in grafica pubblicitaria, non potevo certo permettermi alcuna vacanza e, sotto il solleone (che allora si chiamava così e non con strani nomi danteschi) affrontavo i vicoli del centro. Solo i turisti, stupiti da quelle serrate inaspettate, si aggiravano sudati in cerca di indicazioni per comprare una bottiglia d’acqua minerale fresca. Di sera, però, mi godevo Firenze con qualche amico rimasto in città. Individuavamo la gelateria aperta o ci spingevamo fino al chiosco del cocomeraio, quest’ultimo una vera istituzione e manna dal cielo, nelle afose notti fiorentine.
Agosto in città: quest’anno è una scelta.
A febbraio visiterò finalmente Buenos Aires, il mio sogno da sempre. Adesso qui a Firenze è tutto diverso e i negozianti hanno fatto di necessità virtù.
Ora botteghe e ristoranti, rimangono aperti anche per ferragosto.
“Ma per l’Assunta, icchè tu fai?”
“Beh, ma ci raggiungi al Forte, almeno il 15?”
Uff! A Ferragosto sembra esser diventato un obbligo far qualcosa di tipicamente italiano.
Mega grigliata con salsicce che ti ustionano la lingua? Bagno di mezzanotte con l’anguria ancora sullo stomaco? Gavettoni gelati a gogò?
No, grazie.
Quest’anno la mia “grigliata” sarà molto, molto speciale.
Da Fishing Lab, in Via del proconsolo, ho scoperto i gamberi e gli scampi alla griglia. Decido io quanti prenderne e quindi mi compongo il piatto che voglio io.
Dunque leggerezza e spesa sotto controllo.
Mio marito, che invece ama il pesce “pesce”, sceglierà sicuramente un branzino o un’orata. Tutti i piatti alla griglia sono accompagnati da patate novelle arrosto.
Ah, Signor Cosimo, come sarebbe diversa la sua estate adesso! Lo sa che la cucina di Fishing è aperta tutti i giorni (di tutti i mesi) dalle undici del mattino a mezzanotte? Sa che l’avremmo portata con noi? Qui avrebbe ricordato le sue estati al mare e le sue cene versiliesi, a base di pesce.
Magari si sarebbe anche incuriosito di fronte al pesce crudo e lo avrebbe voluto provare. E, a proposito, lo sa che la farmacia più vicina a casa nostra ora è aperta anche il sabato, fino alle 20?