Thanks God it’s not friday
Fischietto la vecchia The Times They Are a-Changin’ e non riesco a spiegarmi perché mi sia entrata in testa stamani. Poi mi sono ricordato; ieri sera, prima di addormentarmi, pensavo che io sono stato un bambino strano, diverso dai miei amici e dai miei fratelli.
Io non amavo la Nutella, non bramavo le polpette, io stravedevo per il pesce.
Essendo nato in città, non era così frequente per me trovare nel piatto quella polpa bianca e generosa di sapore, oppure quelle delizie fritte leggermente nell’olio buono.
Tutti amavano, come ora, il venerdì. Ma gli altri solo perché precedeva il sabato e la domenica, (non il weekend come si dice adesso). Io no. Io lo amavo perché era finalmente il giorno in cui mia madre preparava il pesce.
Quasi mi vergogno a raccontarlo ma, per me, era Pasqua il Venerdì Santo, culinariamente parlando.
Tradizionalmente, nella mia religiosa famiglia, quello era il giorno di “vigilia nera”, di digiuno, di baccalà e ceci, per dirla in parole povere.
I miei fratelli scuotevano la testa davanti al piatto, sconsolati. Io rispettavo l’usanza della vigilia, ma non quella del digiuno.
Divorata la mia porzione, scambiavo il mio piatto con Stefano prima, il maggiore e con Serena dopo, la piccina di famiglia.
Tre porzioni di ceci e baccalà, un atto di dolore per il peccato di gola e via, pronto per la vigilia di Pasqua.
Le mie vacanze? Sempre in posti di mare, dalla maturità in poi. La mia canzone? In fondo al mar.
Lì vera scoperta è stata il Portogallo, il paese del Bacalhau.
Ma, The Times They Are a-Changin’… appunto ed ora c’è Fishing Lab. Il bello è che è accanto alla mia nuova casa, in Corso Roma a Montecatini Terme e, come se non bastasse, è pure a due passi dal mio ufficio, in centro a Firenze.
Ci ho scoperto le mezze porzioni a pranzo (eh sì, non mangio solo il baccalà, ma amo i frittini, il crudo, le tartare di tonno, lo street food di pesce).
Il baccalà con crema di ceci l’ho scoperto fin da subito. Non è triste come quello, per altro ottimo di mamma, ma è un invitante trancio di baccalà confit con rosmarino fresco, crema di ceci e guarnito con cipolle rosse di Tropea.
Un vero peccato di gola, altro che sacrificio da giorno di vigilia!
Il bello è che non devo aspettare venerdì, me lo posso gustare quando voglio.
Sì, i tempi cambiano, Bob, avevi proprio ragione, non per niente ti hanno dato il Nobel.