Metti una sera a cena… con le zie
Allora, bolletta da pagare (l’apro dopo), mega volantino con super-sconti su elettrodomestici (ho già dato, tra lista di nozze e tre anni di convivenza) ed una cartolina.
Dico, chi perde tempo a scegliere, scrivere, affrancare e spedire una cartolina al giorno d’oggi? Chi?
Ma come chi? Le zie, in vacanza a Maresca.
Non ho molta voglia di leggere quello che mi avranno scritto quest’anno. Questi non saranno i soliti “Bacioni da Maresca. Le zie.” Questo è l’anno del mio matrimonio.
A ottobre Elisa ed io convoleremo a nozze.
Le zie non potranno limitarsi ai bacioni.
Leggo mentre salgo le scale… “Remo carissimo, abbiamo saputo la bella notizia. Finalmente vi siete decisi al gran passo. Scendendo da Maresca, ci fermeremo a Firenze, per portarti il nostro pensierino e conoscere la tua fidanzata. Un bacione dalle zie.”
Ok, ok, calma. Le zie sono in fondo le più adorabili signorine che conosca. In effetti sono le zie di mamma, ma mi sono sempre state simpatiche, tranne che per un particolare.
Per Pasqua di solito venivano da noi, scendendo in treno da Venezia dove, per qualche motivo di eredità, si sono ritrovate a vivere.
“Beh, ormai la nostra Firenze la rivediamo solo una volta all’anno, ma lo scoppio del carro ‘un lo vogliamo perdere!”
In cambio della mia compagnia in piazza Duomo, quando la colombina aveva fatto il suo dovere, mi portavano in pasticceria e dopo a vedere le magiche vetrine del Dreoni, per me il più fantastico negozio di giocattoli, (finché non ho visto Fao Schwarz a New York, ma ormai ero troppo cresciuto per le macchinine).
Il martedì successivo al lunedì dell’angelo, al momento della loro partenza e col babbo che le aspettava spazientito in macchina per portarle alla stazione, magicamente compariva un bel pacchetto colorato. Mentre le salutavo dal pianerottolo già iniziavo a pregustare il contenuto della scatola ben incartata. Ogni anno speravo sempre di aver fatto loro capire l’oggetto del mio desidero, davanti alla vetrina del giocattolaio; ma, ogni anno, mi trovavo in mano un cofanetto di caramelle o di cioccolatini.
Questa volta il “pensierino” mi atterrisce…
Qualche soprammobile in vetro di Murano? Una coperta lavorata all’uncinetto da loro stesse nelle lunghe serate invernali? L’antico ventaglio di Siviglia dipinto a mano?
Stasera è la gran sera… e, se in un romanzo molto popolare, un Remo più famoso di me ebbe a disposizione le Follie Estive per portar fuori le sue zie, io non sono da meno: mi gioco la carta Fishing Lab.
Centro di Firenze, affreschi del ‘300, rovine romane e soprattutto pesce gustosissimo, crudité invoglianti, fritti leggeri, vini fermi o bollicine… insomma le zie saranno contente.
Elisa è bellissima, elegante come un ritratto di Silvestro Lega o una Madonna fiorentina. Le zie non sono vestite di nero e non ostentano paillettes, ricami, cristalli veneziani.
Anzi hanno tagli moderni, tailleur neutri e qualche anello di grande bellezza.
“Zie, se permettete, stasera scelgo io per tutti. Che ne dite della Degustazione di pesce crudo, verdure e frutta?”
“Oh, adoriamo le ostriche noi, vero?” Fa la maggiore alla sorella più piccola. “E ci vorrebbe un Cartizze, come quella sera a Malamocco, ti ricordi? Ah, va bene, se dite Mount Nelson, che Mount Nelson sia… “
Inaspettatamente la serata scorre come il vino nei calici, come i vari assaggi di pesce nelle nostre gole e poi consigli alla sposa (da due signorine d’altri tempi…) e raccomandazioni al nipotino preferito.
Tutto perfetto: Elisa descrive con dovizia di particolari gli affreschi trecenteschi. Grazie alla sua cultura sa illustrate i vari soggetti. Le zie sorridono di fronte all’Alighieri… “Mha… non aveva un nasone grosso così?” domanda la più piccola.
Io ho un solo pensiero… il loro “pensierino”. Sono arrivate senza pacchi né sacchetti; che avranno in mente? Quando torno dopo aver pagato il conto, davvero inaspettatamente ragionevole, trovo sotto il piatto del dessert una bustina piccola piccola.
Le zie arrossiscono e abbassano gli occhi. La maggiore prende il coraggio a due mani e inizia a parlare: “Sentite, cari, lo sappiamo che le coppie moderne hanno già tutto. Così abbiamo fatto una cosa un po’ di cattivo gusto… niente dolcetti, Remo; ma un piccolo pensiero per lasciarvi liberi di comprarvi quello che volete.”
Sbircio nella busta, mi commuovo… con quel pensierino potrei saccheggiare qualunque negozio di giocattoli.
Uscendo, sussurro a Elisa: “Viaggio di nozze in crociera tra i Fiordi, avevi detto? Si può fare.”