Il racconto di Natale
Ecco, si sono spente le ultime luci da Fishing Lab. Adesso non si sentono più le voci e nemmeno i calici tintinnare. Anche la musica di sottofondo tace. L’ultimo cliente è uscito un’oretta fa, sorridente ed abbracciato alla ragazza bionda con cui era arrivato, tutto infreddolito. Quando, finalmente si sono alzati dal tavolo, ho dato un’occhiata alla mano di lei, prima che la infilasse in un guanto di lana: sul suo anulare c’era una luce in più: un piccolo brillante. Che posso farci? Riesco ancora a commuovermi davanti a certe scene. Erano sicuramente felici; probabilmente quello era il miglior regalo che lei potesse augurarsi di ricevere da lui. Sono rimasti seduti al tavolo fino alla chiusura, occhi dentro gli occhi, incuranti del Fritto Mangiatutto che si era raffreddato. Il cameriere ha aspettato pazientemente; poi, quando si sono alzati, ha iniziato subito a sparecchiare. Stasera, il suo sguardo sembrava meno stanco del solito; mi è sembrato che avesse anche lui fretta di raggiungere qualcuno.
Solo fino a qualche ora fa, qui c’era un mucchio di gente. Gruppi rumorosi che improvvisavano Jingle Bells, ridevano e si scambiavano i regali: da borse di carta e da pacchetti, guarniti da coccarde e fiocchi di tutti i colori, uscivano sciarpe, guanti, qualche libro e piccole diavolerie elettroniche. Ho notato che una signora, colta alla sprovvista, ha abbandonato la sua Tartare e si è diretta verso la cassa, dove ha comprato per le sue nipoti una t-shirt, un buono per una cena ed un flacone di Sea Scent, il profumo esclusivo di Fishing Lab che sa di casa. Però, una bella comodità, per i ritardatari, poter comprare i regali qui, all’ultimo tuffo!
E adesso, che le luci si sono spente, attraverso i vetri vedo ancora qualche passante imbacuccato. Dicono che faccia un gran freddo, mah sarà…
Ora posso dare un’occhiata io, per controllare che tutto sia a posto. Ah, gli addobbi di Natale… mi piace avvicinarmi alle palle di vetro e specchiarmici dentro, perché sembro quasi bello, mi pare lo chiamino effetto “fish eye”.
Un’occhiata alla cucina è di rigore; come sempre è perfettamente in ordine: i piatti sono impilati, i bicchieri scintillano anche al buio, i tovaglioli sono piegati e già pronti per tornare sui tavoli domani. Sì, ho fatto il mio dovere anche stasera, dopo una giornata campale, a pochi giorni dalla festa più importante dell’anno per questi strani esseri umani.
Adesso posso tornare al mio posto, sull’insegna; in fondo, a me basta un guizzo.
Dicono che sono famoso sui social, protagonista di tante storie, eh eh. Ma io, da quassù, non me ne accorgo più di tanto. Beh, adesso tornerò a guardarvi tutti da qui: magari scenderò per farvi un salutino il primo di aprile; dite tutti che è il mio giorno e io mi adeguo.
Buone feste, amici e clienti, che poi è la stessa cosa.
Il vostro Fishing.